Terminato il pranzo in fretta, dovevamo tornare ad Asmara per completare un servizio fotografico. Tesfai ci aveva suggerito di fermarci alla parrocchia di Gherar, appena fuori Massaua, dove potevamo rifocillarci e conoscere padre Protasio Delfini. Non avevamo voglia di prolungare la permanenza a Massaua con la visita alla scuola fondata insieme ai suoi collaboratori da padre Protasio ma, per l’ospitalità ricevuta e per la curiosità ed interesse che aveva suscitato in noi questo granitico padre cappuccino, che era stato così coinvolgente nel raccontarci la storia di questa scuola, abbiamo acconsentito. La scuola dista solo qualche chilometro dalla parrocchia in un territorio dove la lunga guerra ha lasciato il segno e dove non ci sono infrastrutture. Qui la gente non ha lavoro, Massaua fino agli anni ‘60 era il più grande, sicuro e fiorente porto sul litorale africano orientale, oggi è una città spettrale dove non esistono attività economiche e dove i giovani non hanno alcuna prospettiva per il loro futuro. La nostra auto si è fermata davanti ad un grande cancello che aprendosi lentamente ci ha introdotto in qualcosa che non avremmo mai immaginato. Davanti ai nostri occhi un grande e moderno complesso scolastico degno di un college occidentale, dove centinaia di ragazze e ragazzi con una linda camicia bianca scorrazzavano freneticamente nel piazzale antistante e nelle zone delle varie attività sportive. Sono rimasto muto, per qualche secondo un nodo in gola mi ha paralizzato, avevo le lacrime agli occhi! Ho capito in quel momento che non esistono miracoli, ma virtù come giustizia, fortezza, temperanza e carità, costituiscono i pilastri di una vita dedicata al bene. Grazie Padre Protasio!