Nel dicembre del 1971 nacquero gli Emirati Arabi Uniti nei quali gli emirati di Abu Dhabi e Dubai avrebbero avuto un ruolo predominante pur mantenendo, ogni mirato, un ampio grado di autonomia. Oggi gli Emirati Arabi Uniti sono probabilmente il paese più solido e tranquillo di tutto il mondo arabo. Ciò non significa che non ci siano problemi. Il rapporto tra i diversi emirati è stato ed è tuttora molto spinoso. A ciò si deve aggiungere che gli Emirati Arabi Uniti si devono costantemente districare tra il ruolo di alleato occidentale e di presenza islamica all’interno del mondo arabo. Nel 1894 lo sceicco Maktoum bin Hasher al Maktoum decise una politica economica estremamente aggressiva. Esentò completamente dalle tasse i mercanti stranieri e tentò di convincere sia i mercanti di Shariah che quelli di Linagh a spostarsi a Dubai. La città, grazie a questo tipo di politica, riuscì ad attirare anche mercanti inglesi ed indiani e prosperò molto rapidamente ponendosi come punto di incontro per le mercanzie che dall’India raggiungeva l’Europa e vice versa. In seguito tutti gli sceicchi, ed in particolare nel 1939 Rashid bin Saeed al Maktoum, continuarono nella politica anche perché la pesca delle perle diventava sempre meno redditizia. Dubai si specializzò nel commercio di riesportazione. La merce, in particolare oro ed oggetti preziosi, viene acquistata e poi rivenduta un po’ ovunque. Verso la metà del novecento il Creek, il corso d’acqua che si insinua in Dubai spaccandola letteralmente i due, viene ristrutturato, sfruttando il fondo del Kuwait per lo sviluppo dell’economia araba. Il centro della città viene praticamente ricostruito e si da il via ad una vera e propria politica urbanistica. Nel 1966 nei pressi di Dubai viene trovato il petrolio. Sebbene si tratti di un toccasana per l’intera economia dell’emirato, la fonte principale di reddito rimase (e rimane tuttora) il commercio. Nel 1990 lo sceicco Rashid muore. Gli succede suo figlio che saggiamente continua con la lungimirante politica della famiglia investendo pesantemente ancora nel commercio e nel turismo. Campi da golf, strutture alberghiere e molto altro viene realizzato tanto da far cambiare faccia all’intera città nel giro di pochissimi anni. I proventi del petrolio sono in buona parte reinvestiti in strutture.