CINA

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NEL 1981 QUANDO HO SCATTATO QUESTE FOTO, LA VERA CINA ERA PROIBITA AGLI OCCHI INDISCRETI DEL MONDO ESTERNO, MA ERA GIA' COMPRENSIBILE IL RUOLO DOMINANTE CHE AVREBBE AVUTO NEGLI ANNI FUTURI.
NELLO STESSO PERIODO TIZIANO TERZANI HA VISSUTO PER QUATTRO ANNI A PECHINO PRIMA DI ESSERE ESPULSO, RACCONTANDO QUESTA STRAORDINARIA ESPERIENZA IN UNO DEI SUOI LIBRI PIU' BELLI "LA PORTA PROIBITA".

SHAN E SHUI, i monti e le acque e le etnie perdute

dal Gansu allo Yunnan, un’incredibile alternarsi di magnifici paesaggi, originali architetture e caratteristiche popolazioni. La spiritualità del mondo tibetano con le grandi praterie, gli altopiani ed i monasteri. Quindi i costumi e le tradizioni degli Yi, dei Mosuo, dei Naxi e dei Bai…. un vero caleidoscopio di culture che si esprime nei mercati, nell’artigianato, nei villaggi e nel folclore delle feste. Di tutto rimane la consapevolezza di essere stati testimoni di una realtà che cambia in fretta e che presto scomparirà. Un anno in Cina equivale a 10 anni in occidente!!

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Gli  Yi  il  vecchio  nome  “Lolo”  è  ora  considerato  dispregiativo  in  Cina,  sebbene  sia  ufficialmente  usato  in  Vietnam  sono un  gruppo  etnico  facente  parte  dei  56  gruppi  etnici  riconosciuti  ufficialmente  dalla  Repubblica  popolare  cinese,  e  dei 54 gruppi etnici ufficialmente riconosciuti dal Vietnam.Vivono  principalmente  in  abitazioni  rurali  nelle  province  del  Sichuan,  Yunnan,  Guizhou  e  Guangxi,  di  solito  in  zone  di montagna.  Secondo  una  statistica  del  1999,  ci  sono  circa  3300  Lô  Lô  nelle  province  vietnamite  di  Hà  Giang,  Cao  Bằng e Lào Cai.Gli Yi parlano la lingua Yi, del ceppo linguistico tibeto-birmano e molto simile alla lingua birmana.

I mosuo noti anche come Moso o Mosso, sono un piccolo gruppo etnico che vive nelle province cinesi dello Yunnan e del Sichuan, con una popolazione di circa 50.000 individui, la maggior parte dei quali si trova vicino al lago Lugu. Gli antenati degli odierni Naxi e Mosuo migrarono dal Tibet attorno al 1000 d.C.. Parte del gruppo si è fermato nei pressi del lago Lugu dando origine ai Mosuo, mentre il resto ha proseguito verso sud fino a Lijiang dove oggi vivono i Naxi. Dopo molti secoli, i due gruppi hanno sviluppato una notevole differenza etno-linguistica. Nonostante queste differenze, per la classificazione in uso nella Repubblica Popolare Cinese, l’etnia Mosuo appartiene allo stesso gruppo dei Naxi.

I bai sono un gruppo etnico riconosciuto ufficialmente dalla Repubblica popolare cinese. Nel 2000 si attestavano a 1.858.063 persone. Vivono principalmente nelle province dello Yunnan (prefettura autonoma bai di Dali), del Guizhou (area di Bijie) e dell’Hunan (area di Sangzhi). Circa 1.240.000 Bai (2003) parlano la loro lingua nativa (lingua bai), in tutte le sue sfumature dialettali. La lingua fa parte della famiglia tibeto-birmana. Durante le dinastie cinesi Han e Jin, i bai erano conosciuti con il nome di kunming. In seguito furono usati, in successione, i termini heman, baiman e bairen. Il nome bai è stato ufficializzato dal governo cinese (bai significa “bianco” in cinese). L’economia di questo popolo si basa quasi esclusivamente sull’agricoltura (tabacco e canna da zucchero) e sulla pesca.  Sono principalmente buddhisti tibetani ed adorano una divinità chiamata Benzhu.

I naxi o anche nakhi, sono uno dei gruppi etnici tra le 55 minoranze riconosciute ufficialmente dalla Repubblica popolare cinese. Sono censiti circa 300 000 nàxī, concentrati essenzialmente nel distretto di Gucheng Li Jiang Gu Cheng Qu e nel paese autonomo di Yulong che assieme costituiscono formalmente la città-prefettura di Lijiang della provincia dello Yunnan, ed il nome cinese della lingua naxi è nàxīyu. Oltre ai naxi della regione di Lijiang si registrano comunità minori nel sud-ovest della provincia del Sichuan ed in territorio tibetano.

LA SPIRITUALITA' DEL MONDO TIBETANO

Il grande monastero di Labulengsi, anche chiamato Labrang, che comprende sotto la sua giurisdizione più di sessanta monasteri minori. A Labulengsi vi sono attualmente più di ottocento monaci ed è quanto mai interessante osservare il loro modo di vivere, entrare nelle grandi cucine luccicanti di splendide brocche di rame, assistere alle cerimonie, seguire i pellegrini – alcuni dei quali giungono sin qui dalla lontana Lhasa – che percorrono il rituale itinerario in ginocchio alzandosi solo per far ruotare i mulini di preghiera.

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